martedì 14 febbraio 2017

WHITNEY ROSE – SOUTH TEXAS SUITE (Six Shooter Records, 2017)



Arriva dal Canada una delle next big thing della musica country, e per la precisione da Prince Edward Island, uno dei posti più incantevoli della terra, che le è valso anche l’appellativo de Il Giardino Del Golfo. Whitney Rose è una giovane artista con idee molto chiare su come scrivere canzoni: la sua è una musica che guarda con ortodossia alle radici americane, a cui aggiunge appena un tocco di modernità negli arrangiamenti. Troppo roots, però, troppo classica e autentica per trovare successo nell’ambito della scena country canadese. Non a caso, Whitney, dopo avere iniziato la carriera a Toronto, città che ha visto i natali dei suoi due primi full lengh (il primo, self titled, è del 2012, il secondo, Heartbreaker Of The Year, è uscito nel 2015), si è trasferita ad Austin, Texas, dove ha rilasciato questo nuovo Ep, registrato presso i Dale Watson’s Ameripolitan Sudios, dall’esplicito titolo di South Texas Suite (una sorta di omaggio alla sua nuova casa). Affiancata da un pugno di vecchie volpi della scena country di Austin (Bryce Clark alla chitarra, Tom Lewis alla batteria, Kevin Smith al basso, Erik Hokkanen al violino, Sophia Johnson alla chitarra acustica, James Shelton alla steel guitar), la Rose allestisce una scaletta di sei canzoni classicissime, per la durata di circa ventidue minuti, nelle quali confluisce tutto il suo amore per il genere. Ortodossia country, dunque, con un retrogusto anni ’60 (la dolcissima Bluebonnets For My Baby) e un pizzico di spezie che arrivano dal vicino Mexico (Three Minute Love Affair, canzone che racconta il tempo condiviso da due sconosciuti in una pista da ballo). Il segno distintivo? Una voce, la cui estensione non passa certo inosservata, e un formidabile talento nello scrivere melodie che in un batter d’occhio ci ritroviamo a cantare sotto la doccia. La stampa americana ne va pazza: noi pure.

VOTO: 7





Blackswan, martedì 14/02/2017