mercoledì 5 ottobre 2016

DRIVE - BY TRUCKERS - AMERICAN BAND



Chissà che aria si respira ad Athens, la cittadina della Georgia che ha dato i Natali ai R.E.M. e ad una pletora di band che hanno assunto negli anni una certa importanza nel quadro del rock americano. Tra queste i Drive-by Truckers, che dal 1996 sfornano onesti ed appassionati dischi di un rock sudista (ma scordatevi nomi come Lynyrd Skynyrd e Widespread Panic) dal sapore barricadero e politico. Chissà dunque che aria si respira ad Athens, perchè proprio come i fratelloni R.E.M., senza i quali – lo ricordo – gran parte del rock che a noi piace tanto sarebbe ancora a suonare nelle cantine, anche questo American Band suona come un crocevia di stili e canoni, quasi che in questa sperduta città tra le calde foreste della Georgia l'america faccia un riassunto di ciò che il rock passa al momento (ed i conti con se stessa).
Usciti dunque in maniera definitiva dalla perdita (a mio giudizio enorme) di Jason Isbell, che alla storia dei Drive-By Truckers ha dato penna, voce e chitarra, Patterson Hood e soci continuano ad essere un caleidoscopio di ciò che si può costruire con il lavoro artigianale di 5 musicisti che non saranno ricordati nella storia come talenti sopraffini, ma certamente come onesti falegnami del rock sì. E dunque American Band si ritrova ad essere un incrocio tra virate elettriche alla Neil Young (l'opener “Ramon Casiano”) momenti di ispirazione folk-rock (“Guns of Umpqua”), organi che cullano le chitarre (“Filthy and fried” dall'aria molto Jayhawks) e anche, incredibilmente, una concessione funk nella bella “Ever South”. Tutti questi elementi però non generano confusione, perchè i Drive-By Truckers sono artigiani grezzi che sanno costruire una compattezza invidiabile, e già al terzo ascolto American Band dimostra di avere dei punti cardinali ben riconoscibili, ed il nostro navigare di ascoltatori diventa confortevole.
Certo, l'impressione è che se il pedale distorsore fosse un po' abbassato e la batteria fosse lasciata più libera di viaggiare, forse il risultato finale sarebbe più ricercato e la platea di ammiratori in poco tempo si potrebbe raddoppiare.
Ma va bene così, il disco suona perfettamente Drive-By Truckers, fotografa bene l'America che tra i tanti problemi si trova anche ad affrontare una elezione tra due candidati palesemente antipatici, mentre il Sud va a fuoco, i poliziotti bianchi uccidono i neri nelle strade e Trump vorrebbe tirar su un muro tra Texas e Messico.
Consoliamoci però perchè nascerà sempre qualcuno ad Athens che, senza fronzoli e con le idee chiare, ci racconterà la vicenda attraverso una chitarra distorta e una visione chiara ed onesta.
Probabilmente uno dei dischi più veri e convincenti di questo 2016.

VOTO: 7  





Melonstone, mercoledì 05/10/2016

Nessun commento: