lunedì 29 dicembre 2014

HAI PAURA DEL BUIO? di Giorgio Testi





Uscito il mese scorso ed edito da Feltrinelli Real Cinema, "Hai paura del buio?", è film-concerto degli Afterhours, con cui la band di Manuel Agnelli festeggia lo storico album omonimo, fra i più amati da pubblico e critica. All'Alcatraz di Milano, il 26 marzo scorso, otto videocamere hanno ripreso una delle tappe del tour in cui il gruppo ha riproposto l'opera con la scaletta e gli arrangiamenti originali. Del disco, uscito in versione rimasterizzata, e con un secondo cd in cui i brani in scaletta vengo riproposti dal alcuni artisti italiani e internazionali, ne avevamo già parlato a marzo di quest’anno. Hai paura del buio ? è un'opera difficile, eclettica e sperimentale, un lavoro che fin dalle prime battute (il rumorismo controllato della title track e il bestemmione che benedice la seconda traccia, 1.9.9.6.) si pone volutamente e caparbiamente contro, spazza via le convenzioni (e le convinzioni) di un panorama musicalmente asfittico, porta in Italia in modo compiuto, rielaborandoli con intelligenza e gusto, i grandi fermenti sonori che in USA e Inghilterra avevano caratterizzato la prima metà degli anni '90 e la fine del decennio precedente. Sperimentazione e psichedelia (Simbiosi, Hai Paura Del Buio?), frustate hardcore di lucida follia (Dea, Lasciami Leccare l'Adrenalina e Sui Giovani D'Oggi Ci Scatarro Su rappresentano un trittico di deragliamento sonoro senza compromessi), il recupero del grunge (la vertigine distorsiva di Male di Miele) e dell'hard rock (Veleno), il ringhio amaro di Rapace, si accompagnano a momenti più morbidi, come nel pop lascivo di Voglio Una Pelle Splendida o nell'agro disincanto della struggente Pelle. A dominare su tutto, il chitarrismo manipolatore, spigoloso ed effettato di Xabier Iriondo e i testi oltraggiosi, ironici e corrosivi di Manuel Agnelli, che da questo momento in avanti assurgerà a punto di riferimento per tutte le nuove leve dell'alternative rock nostrano. E' evidenza storica che la grandezza di un album di rottura come Hai Paura del Buio? verrà compresa solo dopo la pubblicazione. Ci volle, infatti, un anno di tentativi perchè gli Afterhours trovassero una casa discografica (la Mescal) disposta a scommettere e investire su un disco che porterà al gruppo riconoscimenti e vendite soprattutto dopo lo splendido tour promozionale che succedette all'uscita dell'opera. Nel 2014, un nuovo tour, sold out ovunque, ha riportato in giro per l’Italia la scaletta del disco e il film di Testi ne racconta una serata, quella tenuta all’Alcatraz di Milano (praticamente una seconda casa per gli Afterhours) il 26 marzo scorso. Ottima regia, grandissime canzoni e una band dai meccanismi oliatissimi. Tuttavia, l’oretta abbondante del concerto è pervasa da una sensazione di patina autoreferenziale che stona non poco con i ricordi di quella vibrante stagione. Come se alla band, prima di tutto, importasse suonare (e apparire) alternativa, e poi, eventualmente, animare di nuova linfa brani altrimenti retaggio di un glorioso passato. Insomma, il concerto è tutto uno sfoggiare di occhiali da sole e pose trendy in favore di camera, mentre Agnelli, artista dall’indiscutibile fascino, pontifica dall’alto del palco come il Messia sceso in terra italica per salvare le nostre orecchie dalla cattiva musica (come sono tristi le caricature di se stessi quando mancano di consapevolezza). Meglio, quindi, ascoltarsi il cd, che a distanza di diciassette anni dalla sua uscita (era il 1997) continua a risuonare dalle casse dello stereo con tutta la sua forza iconoclasta. Perché fuori dai loro dischi, è triste ammetterlo, gli Afterhours rappresentano ciò che di meno alternativo esista a questo mondo (che poi di alternativo esistono solo gli operai che si svegliano alle 5.00 del mattino e vanno a lavorare in catena di montaggio). 





Blackswan, lunedì 29/12/2014

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