giovedì 19 luglio 2012

DUE POST AL PREZZO DI UNO

Aggiungo al post già pubblicato da Ezzelino il mio,perchè se lo facessi domani non avrebbe più senso. Scusate per la macedonia

COMPAGNA NICOLE, LOTTA INSIEME A NOI

In questi giorni c'è una domanda che mi si affaccia alla mente, e riguarda la consigliera regionale Nicole Minetti, già igienista dentale del Cavaliere, gia probabilmente zoccola del medesimo e dei suoi sodali, certamente mezzana di altre mignottelle in cerca di favori e denaro in quel di Arcore.
In un paese normale una così può stare in Consiglio Regionale in Lombardia a 12 000 euri al mese?
Certamente no, ma questo l'abbiamo detto tutti appena abbiamo saputo della sua esistenza.
E ricorderete che Berlusconi precisava che no, non era vero, la ragazza merita ed è brava, è di madrelingua inglese, e mille altre fregnacce del genere, mentre il marmo della reggia si crepava inesorabilmente ed il farsesco dominio del nano si sgretolava in una sorta di orgia da tardo impero romano.
Ora, dopo l'inevitabile appoggio esterno a Monti, l'uomo medita di ricandidarsi, e se non lo facesse poco cambierebbe perchè finchè è vivo e paga il centrodestra è comunque roba sua.
Per ricandidarsi occorre darsi una ripulita ed una mano di bianco, ed allora uno pensa: beh, c'è l'imbarazzo della scelta.
Scajola, che acquista case e non lo sa, Verdini, che traffica bilanci e mazzette anche quando va al cesso, Cosentino sospettato di collusione con la camorra.
Volendo volare più alto anche Formigoni e Dell'Utri, perchè no.
E invece chi è la prima vittima del repulisti?
Nicole Minetti.
Alla quale nelle ultime 96 ore tutti, dico tutti gli esponenti del centrodestra hanno detto di andarsene.
Al che uno si chiede: questa non sa fare nulla, smista puttane verso Arcore, è lì dov'è e non sa nemmeno lei perchè, tutto vero, ma cosa avrà mai fatto di così grave negli ultimi quattro giorni che non avesse fatto già prima?
E soprattutto, il problema non è di oggi ma consiste nel fatto stesso che sia entrata in Consiglio Regionale, cioè è un problema di fondo, o a monte, come si diceva un tempo.
E allora quelli che l'hanno messa lì sono legittimati a chiederne le dimissioni?
Per me no.
E la conferma viene da una dei suoi, l'orrenda Daniela Santanchè, la quale è stata tra le prime a fare lo spelling della farsa dichiarando ai giornali che "il tempo delle Minetti (al plurale, ndr) è fi-ni-to".
Il tempo delle Minetti?
Ma perchè lei invece, questo vuoto pneumatico rivestito di pelle tirata dal bisturi, a che titolo fa politica?
L?hanno votata, sì, ma nelle circoscrizioni blindate del Cavaliere verrebbe eletto anche un orango.
O Ombretta Colli, che Giorgio Gaber mi perdoni, che dice che la Minetti "non è adatta alla politica".
Lei, che difendendo Formigoni nella trasmissione di Gad Lerner è riuscita a dire una frase come "D'altra parte alzi la mano chi non ha mai fatto una vacanza in barca", beccandosi fischi dall'intero studio ed il rimbrotto del mite Gad.
Lei invece è adatta alla politica?
No, io a tutto questo delirio mi ribello e dico che la compagna Nicole ha tutto il sacrosanto diritto di rimanere in Consiglio, dove, ricordiamocene, si viene eletti nelle liste della propria coalizione ma poi si esercita un mandato nell'interesse dell'intero corpo elettorale.
E lo stesso vale anche se non si viene eletti ma cooptati.
E comunque prima di lei voglio che venga dimissionato Renzo Bossi, che oltre ad essere ladro viene pure da una famiglia di ladri, e che è più tonto della Nicole e sicuramente meno bello..
Questa ragazza ha diritto a maturare la sua pensione da ex consigliera come l'hanno maturata altre decine e decine di incapaci nullafacenti prima di lei.
Se gli altri si dimettono e restituiscono il maltolto, allora poi si potrà pretendere lo stesso anche da lei.
Dopo, non prima, non c'è ragione per cui debba essere lei la capofila.
La compagna Nicole è la Maria Maddalena dei giorni nostri, ed è comodo lapidarla per dimenticarsi dei propri peccati.
Così, in verità vi dico, chi è senza peccato scagli la prima pietra, ma verso di lei non sarò certamente io.
Hasta companera Nicole siempre!

EZZELINO, giovedì 19/07/2012 

COSA NASCONDE, PRESIDENTE ?
 
Sono vent'anni esatti che ci negano la verità.Vent'anni di depistaggi, di omertà, di insabbiamenti. Nonostante ciò, non avremmo alcuna incertezza a scrivere, nero su bianco, che sappiamo chi è stato a uccidere Paolo Borsellino e perchè. Comunque, non è questo il punto e non credo lo sia mai stato, tanto è ovvio chi siano i mandanti e chi gli esecutori della strage. Lo sgomento nasce piuttosto dalla consapevolezza che in Italia, dopo così tanto tempo da quel barbaro assassinio, il vestito di etica e di legalità indossato da una certa classe politica sia sempre il medesimo, mentre si perpetuano, coperte dal silenzio degli organi di stampa e con il benestare delle Istituzioni, le connivenze eversive fra Stato e mafia. A ricordarcelo, alla vigilia dell'odierna commemorazione, è stato Giorgio Napolitano, presunto Presidente della Repubblica, golpista tecnocrate, cavalier servente di Nicola Mancino, accusatore dei PM di Palermo che indagano, tra mille difficoltà, sulla ( non presunta, ma certa ) trattativa fra Stato e mafia ( per fermare la quale, Borsellino ci rimise la vita ). Sollevare il conflitto di attribuzione con la procura palermitana, in un momento poi così delicato della nostra storia, costituisce un inquietante legame con il passato, esplicita per l'ennesima volta come la magistatura sia lasciata sola nella ricerca della verità, e che lo Stato, nello specifico rappresentato dalla sua più alta carica, non abbia interesse ( o nella peggiore delle interpretazioni, sia d'ostacolo a ) che la giustizia faccia il suo corso e individui le responsabilità penali. Pur non avendo le competenze di un costituzionalista, l'inizativa promossa da Napolitano mi pare speciosa per svariati motivi. In mancanza di una norma specifica in materia di intercettazioni indirette in cui è coinvolto il Presidente della Repubblica ( esiste un vero e proprio vuoto legislativo in materia ) l'interpretazione estensiva dell'art.90 della Costituzione appare una forzatura, soprattutto se letta in nesso logico ( non giuridico ) con quanto avvenne per Berlusconi durante il processo Ruby. Così come, l'invito a distruggere le bobine delle due telefonate perchè penalmente irrilevanti, appare in contrasto con il dettato del codice di procedura penale, che rimette al Gip, sentite le parti, la decisione in merito ( non è detto infatti che telefonate non penalmente rilevanti per il PM lo siano anche per la difesa o la parte civile ). Peraltro, l'odierna richiesta del Quirinale evidenzia una macroscopica contraddizione con un noto precedente. In passato, infatti, Napolitano fu intercettato al telefono mentre chiedeva lumi a Bertolaso ( poi indagato ) a proposito delle vittime del terremoto che devastò la città de L'aquila. Siccome quelle intercettazioni ( indirette e penalmente irrilevanti ) mostravano il volto buono del Presidente della Repubblica, a nessuno venne in mente di sollevare conflitti di attribuzione: non furono distrutte, furono messe agli atti e pubblicate col plauso di tutte le istituzioni. Quindi, viene da domandarsi, per quale motivo quelle intercettazioni indirette andavano bene e queste no? Sorge il sospetto che le registrazioni delle due telefonate fra Mancino e Napolitano contengano molto più di quanto ci vogliano far credere ( Presidente, cosa cerca di nascondere agli italiani ? ). Ancor più disgustoso è il fatto che il conflitto di attibuzione venga proposto in questi giorni dolorosi, in cui si commemora la figura di Borsellino e di tutti coloro che si sono immolati a difesa dello Stato nella lotta contro la criminalità organizzata. Schierarsi contro la Procura di Palermo, se da un lato mortifica gli sforzi e le speranze di quanti credono e lottano per un Paese migliore, dall'altro è un inequivocabile ammiccamento ai poteri mafiosi, come a dire che se le cose si mettono male, ci pensa lo Stato a fermare lo Stato ( bastava ascoltare le parole di Dell'Utri che ieri, fuori dal tribunale di Palermo, si faceva beffe di Borsellino e Ingroia, per comprendere il senso di quanto appena affermato ).
 
 
 
 
Ma se Napolitano, con la scusa di difendere le proprie prerogative, si pone al di sopra della legge e squalifica le istituzioni, la classe politica di cui è espressione ( con l'eccezione del solo Di Pietro ) si rende complice dell'abuso.L'ignavo Bersani, già prono innanzi al governo Monti, è incapace di parole di sinistra e di civiltà, Vendola tace, Casini, i cui figli prediletti sono Cuffaro, Cesa e Romano, leva gli scudi. Con somma gioia e sorpresa di Berlusconi e la sua corte dei miracoli ( quelli cioè che beneficiarono della trattativa fra Stato e mafia ), a cui non par vero, una volta tanto, di vestire gratuitamente i panni dei corazzieri. In questo quadro disarmante di degrado etico e assenza sostanziale di legalità, si staglia sullo sfondo la figura luminosa di Borsellino, il cui sacrificio, nonostante tutto, resta una delle bandiere più belle della nostra società civile. Un bandiera che avremmo voluto sventolare con uno sguardo di speranza rivolto al futuro e che invece, dopo vent'anni, siamo costretti a stendere per l'ennesima volta, come vessillo funebre, sul corpo martoriato della nostra fragile democrazia.
 
BLACKSWAN, giovedì 19/07/2012

9 commenti:

Arianna Marangonzin ha detto...

Vogliono purificarsi immolando questa donna...ipocrisia a non finire!
Se ne sono accorti soltanto da quando qualcuno ha dichiarato di ricandidarsi.
C'è qualcosa di demenziale..
Baci.

Irriverent Escapade ha detto...

Ah ah bellissima (ma alquanto calzante ) l'immagine della Maddalena/Nicole!
Auspicherei l'avverarsi di un esodo di massa dei nani, le ballerine e i farabutti in generale da tutti gli ordini di scranni: le dimensioni sarebbero bibliche. Ci libereremmo dalle cavallette e poi, forse, potremmo tentare di ricominciare....ma, mi sono un po' persa: stavamo parlando di fantascienza?

Blackswan ha detto...

@ Ezzelino :Concordo.Ieri al telegiornale mandavano immagini tratte dal Consiglio Regionale della Lombardia.Sembrava un interno di San Vittore.Non ne hanno inquadrato uno, a parte l'usciere, che non avesse pendenze con la giustizia.Perciò la Minetti,che sta alla politica come il sottoscritto alla fisica nucleare, è probabilmente la meno colpevole.Sicuramente meno colpevole di chi quel consiglio lo ha presieduto per anni, in barba alla legge elettorale,taroccando liste e prendendo fior di mazzette dei suoi sodali,nonchè inchiappettatori.

Cannibal Kid ha detto...

meglio che non dica quello che penso di napolitano, se no vengo oscurato :)

Nella Crosiglia ha detto...

Una forte sensazione di nausea.. scusatemi mi impedisce di commentare!!!!!!

m4ry ha detto...

EZZELINO : Sono totalmente d’accordo con te, credo che prima della Minetti ci siano tante altre persone che dovrebbero dimettersi. Con lei, hanno trovato il capro espiatorio ideale : il puttaniere si redime ( e chi ci crede ?? ) e vuole fare il falso moralista sulla pelle della Minetti. Tutto ciò non è un caso ovviamente, tutti sappiamo che il 2013 è alle porte e in Italia, la questione morale, ha sempre molta presa sul popolino…

BLACK : La tua analisi è impeccabile e la sottoscrivo totalmente. Mi sento solo di aggiungere che ormai Napolitano non finisce più di stupirmi, in negativo, ovviamente. Questo è il classico esempio di come girano le cose in Italia e come dice il proverbio : “piscis a capite putet” e se questo è l’esempio dato da un Presidente della Repubblica, non c’è da stupirsi se il livello, in questo paese, sia destinato a scendere sempre più in basso.

Ezzelino da Romano ha detto...

Al di là dei contenuti specifici dell'affaire Napolitano, dove la mia sensazione è che sia stato fatto soprattutto molto casino e che ci siano state scelte di tempo davvero improvvide, la realtà, caro Blackswan, è che da sempre Stato e mafia confinano, e dove c'è confine c'è rischio di osmosi.
La mafia non l'ha sconfitta nemmeno il fascismo, che di poteri speciali se ne era dati parecchi, mi pare.
Sì, hanno mandato in Sicilia il prefetto Mori, hanno sgominato i livelli bassi e medi, ma quando sono arrivati vicino ai vertici Mori è stato richiamato a Roma da Mussolini.
Arrivo a pensare che ormai nel sud la mafia sia un cancro talmente radicato che se uno tenta di asportarlo ammazza anche l'organismo ospitante.
Ho pena, e ammirazione al tempo stesso, per i giovani del sud.

Unknown ha detto...

Ognuno ha i martiri che si merita.
Cristiana

Adriano Maini ha detto...

Forse in questo periodo mi ripeto, ma mi viene da rimandare una volta di più al giudizio - sempre spietato - della storia.