mercoledì 27 luglio 2011

UN BORGHEZIO PICCOLO PICCOLO

Borghezio,ne sono sicuro,ha avuto un'infanzia difficile.L'obesità conclamata,la miopia accentuata,un pisellino piccolo come il cervello.I compagni di classe probabilmente lo chiamavano cicciobombacannoniere e il prete lo minacciava di cecità eterna ad ogni pippetta confessata.Non dev'essere stato semplice per i genitori tirar su un figlio così,roba che appena ti volti,quello ti da fuoco alla cucina o marchia a fuoco il gatto con una croce uncinata.Insomma,Borghezio doveva essere il classico stronzo che ai giardinetti menava sempre i più piccoli e se portava il pallone,le formazioni le faceva lui,se no tutti a casa.Cresciuto,non se lo è cagato più nessuno,nè a casa nè ai giardinetti,e gli son rimaste solo le pippette.Fino a quando non ha conosciuto il Bossi,uno che di rutti e di coglioni se ne intende.Da quel momento in poi,una fulminante escalation:una sentenza penale passata in giudicato per aver bruciato il pagliericcio ad un poveraccio che dormiva sotto un ponte;qualche passeggiata vista moschea con maiale al guinzaglio ( o il contrario,ancora in molti se lo domandano );epiche incursioni sui diretti Milano-Torino per disinfettare i vagoni frequentati da passeggeri di colore;farneticazioni tele-radiofoniche condite da pirotecniche apologie di razzismo,nazismo,fascismo e un pò tutto quello che finisce in "ismo" e fa cagare; e per concludere una sequenza di minchiate assortite,tali da far passare Renzo Trota Bossi per un pensatore illuminista e illuminato.Ma tutto ciò non è sufficiente.Un crescendo rossiniano di tale portata doveva essere degnamente coronato dal botto finale,dal colpo di teatro che nobilita definitivamente una carriera e regala onusta e imperitura gloria al carrierista.Non potevano mancare quindi le misurate e argute dichiarazioni rilasciate dall'Obelix padano per inneggiare allo stragista di Oslo,uno che,secondo il panzone in camicia verde,ha delle belle idee,alcune addirittura ottime.Idee grazie alle quali si uccide a sangue freddo un centinaio di persone e magari si da la stura affinchè fatti del genere si possano ripetere qui e là per il mondo.Ma il nostro europarlamentare dal cervello fino va elogiato,più che per il delirio ingenerato, con molta probabilità, da una overdose di mostarda di mele cotogne e cotechino,per aver condotto Calderoli fuori dal tunnel della grappa al miele.Tanto che il ministro,non si sa di cosa,in un momento di inaudita lucidità, è riuscito persino a dirsi indignato per le dichiarazioni deliranti del compagno di partito.Miracolo a Milano.

1 commento:

Ezzelino da Romano ha detto...

A margine, mi vergono un po' a dirlo, ma sapete che questa merda di mestiere faceva l'avvocato?