sabato 19 marzo 2011

PACTA SUNT SERVANDA

Lo scenario che si sta aprendo sulla crisi libica è incerto e gravido di brutti presagi.L’Onu,a seguito delle stringenti  pressioni di Francia e Inghilterra,alla fine ha deciso di intervenire militarmente per scongiurare un’ecatombe la cui entità,sebbene non ancora delineabile con chiarezza, pare avviata verso cifre impressionanti. La sensazione che se ne trae è comunque quella di un intervento tardivo e soprattutto figlio di un tentennamento che ha concesso a Gheddafi di riafferrare le redini della situazione e ha contribuito a provocare fra le opposte fazioni centinaia di morti che potevano essere evitate.Peraltro,sfugge il motivo per cui,nonostante ci si trovi di fronte ad un interlocutore non propriamente malleabile,non si sia tentata una qualche soluzione diplomatica,che avrebbe potuto quantomeno mitigare una situazione allo stato davvero incandescente.Non sono un politologo e rifletto da cittadino.Una guerra buona non esiste,non è mai esistita.Un intervento in Libia per ragioni umanitarie non era però più procrastinabile.Perchè dunque solo ora e senza il preludio di un tentativo diplomatico?Perchè la guerra ( di guerra si tratta ) come strumento di risoluzione del conflitto e non come extrema ratio ?Mi viene da pensare che tanto attendismo sia stato motivato dall’intento di lasciare che Gheddafi indebolisse i ribelli,né incrinasse organizzazione e forza,in modo che l’Occidente,al momento di intervenire,si ritrovasse da un lato un desposta da esautorare per ragioni indiscutibili e tali da giustificare il ricorso alla forza, e dall’altro un interlocutore allo sbando,o comunque molto più debole, con il quale trattare la spartizione della torta ( petrolio,ovviamente ).Tutto può essere.Quel che è certo è che l’immagine del nostro paese ne esce per l’ennesima volta indebolita.Nel momento di massima crisi,oltre al ricordo dei baci a mano al tiranno,abbiamo tenuto una posizione defilata e pavida che ci ha screditato: noncuranza, reticenza,astensione da ogni dichiarazione che non fosse quella di un prudente ammonimento.Ora, ci troviamo a subire( più che a condividere ) una risoluzione dell’Onu,di cui diventiamo inevitabilmente,per posizione geografica,degli strumenti imprescindibili per gli attacchi armati.Abbiamo tergiversato a cagione degli interessi economici del nostro premier e degli stretti legami instauratisi con la Libia a seguito del nefasto trattato del 2008,e adesso ne paghiamo le conseguenze.Di fronte al più forte,abbassiamo nuovamente il capo.Prima era Gheddafi coi suoi pozzi di petrolio,ora è il mondo occidentale che ci richiama ai doveri di partnership.La risoluzione dell’Onu viene approvata in Parlamento grazie anche al voto del PD,ma il governo va nuovamente sotto perché la Lega e i Responsabili votano contro.Cosa sarebbe successo senza l’appoggio delle opposizioni ? Lo scenario che si sarebbe prospettato sarebbe stato quello di un pastrocchio politico che avrebbe leso definitivamente la nostra credibilità ed il nostro peso internazionale,già molto precari.Abbiamo una politica estera che funziona a singhiozzo:siamo ondivaghi,viviamo alla giornata e stiamo sempre dalla parte della convenienza.Così facendo, ci copriamo di ridicolo.Tradire un alleato,ancorchè indegno come Gheddafi( non avremmo mai dovuto scendere a patti con un terrorista sanguinario ),ci consegna alla storia come un popolo di stolti e di voltagabbana.Che affidabilità può dare infatti un paese che firma trattati ( nel caso di quello contratto con la Libia, l’art.4 prevede la non belligeranza fra i due paesi ) se poi non è in grado o non ha la volontà di rispettarli?
Blackswan, sabato 19/03/2011

1 commento:

Ezzelino da Romano ha detto...

Aggiungo una considerazione.
L'intervento mi pare si possa definire tutto tranne che un esempio di peace-keeping o peace-enforcing che dir si voglia.
Come puntualmente rilevato dalla Lega Araba, la no fly zone era stata chiesta per proteggere i civili bombardati da Gheddafi, non perchè ne venissero bombardati altri.
Le forze occidentali intervenute hanno scelto una delle fazioni in lotta ed hanno bombardato l'altra.
Ovviamente, vedere quel pazzo di Gheddafi privato di parte del suo arsenale mi fa solo piacere.
Ma il metodo sgomenta, perchè è comunque un'ingerenza in questioni interne di uno stato sovrano.
Gli embargo commerciali, le moral suasions, gli interventi militari di contenimento sono un conto.
Quello che sta succedendo in Libia sembra andare in tutt'altra direzione.
In questo caso è facile non avere troppi rimpianti, perchè il ruolo del cattivo è assegnato in modo netto.
Ma in una situazione diversa e meno certa, chi deciderebbe come devono andare le cose, ed in base a quale criterio?

21 marzo 2011

Ezzelino da Romano